Il “musicista folle” e lo “scrittore coraggioso” sono purtroppo stereotipi radicati nella coscienza collettiva. Che il musicista (spesso avvicinato allo “scienziato pazzo”) debba dar segni di squilibrio per essere considerato un buon musicista, o peggio ancora un genio; che lo scrittore sia bravo quando ha il coraggio di denunciare qualcosa. Questi sono solo gli effetti collaterali dell’odierna comunicazione globale. I grandi della storia della Musica e della Letteratura hanno dimostrato sul campo che coraggio e follia possono essere riposte in opere apparentemente piccole, delicate, che passano quasi inosservate.
Ci vuole coraggio a intraprendere la follia di pensare che nei minimi atti quotidiani ci possa essere la magia di una rivoluzione che anticipa la Storia. Ci vuole coraggio per suonare una nota che non sia la solita che il pubblico vuole sentire, e follia per cantarla con tutta l’anima.
Coraggio a scrivere di una semplice e apparentemente inutile vita di un operaio; e follia per capire che vale più la sua che quella della gran parte di noi.
Cesare Picco
Pianista improvvisatore e compositore. Inizia a suonare il pianoforte a quattro anni. Dal 1986, anno del primo concerto con sole musiche originali, porta la sua musica in tutto il mondo. Autore di balletti (per l’étoile Luciana Savignano scrive La Lupa, Jules e Jim e Tango di Luna), opere liriche (Il viaggio di Hans per l’Arena di Verona nel 1999), progetti speciali (sue le musiche per il lancio del primo satellite italiano in California nel 2007).
In questi anni collabora tra gli altri con Antonio Ballista, Giovanni Sollima, Markus Stockhausen, Taketo Gohara, Yukimi Nagano, la Camerata di Berlino. Una confortante poliedricità lo porta a proporsi non solo in veste di pianista, ma anche di produttore, arrangiatore e direttore d’orchestra con artisti quali Giorgia, Ligabue, Andrea Bocelli, Samuele Bersani, Carlo Fava. In ambito teatrale, ha musicato spettacoli con Gioele Dix, Fabrizio Gifuni, Ottavia Piccolo.
In Giappone, sua terra d’elezione artistica, è considerato uno dei pianisti più ricercati e innovativi, e nel solo 2007 ha tenuto tre serie di concerti. L’ultimo suo album uscito in Italia è Il tempo di un giorno (Edel), creato insieme al sound designer Taketo Gohara.
Ascanio Celestini
Nel 1998 porta in scena Milleuno, una trilogia sulla narrazione orale. La svolta della carriera artistica è segnata dalla scrittura ed interpretazione di Radio clandestina(2000), racconto teatrale desunto dal libro L’ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli, sull’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il suo testo Le nozze di Antigone riceve una segnalazione al premio Riccione per il teatro nel 2001 e debutta nel 2002 al Festival delle Colline Torinesi. Nel 2002 riceve il Premio della Critica, promosso dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio UBU “per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come mito e viceversa”. Sempre nel 2002 debutta lo spettacolo Fabbrica, risultato di due anni di ricerca.
Quasi tutti i suoi spettacoli sono diventati libri, ma Storie di uno scemo di guerrae La pecora nera nascono come veri e propri romanzi. Dal 2006 partecipa alla trasmissione Parla con me condotta da Serena Dandini. Sempre in quell’anno partecipa al film Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti. Nel 2007 gira il documentario Parole sante che racconta la vicenda di un collettivo autogestito di lavoratori precari nel più grande call center italiano. Contemporaneamente esce il suo primo disco, anch’esso intitolato Parole sante, che riceve nel 2007 il Premio Ciampi come Miglior debutto discografico dell’anno. Nel 2005, 2006 e 2008 ha partecipato al Concerto del 1 Maggio a Roma. Nel 2008 partecipa, unico autore italiano, al progetto “Traits d’union” presentato al festival internazionale “La Mousson d’été” con il testo Fabbrica. Per la giornata della memoria il 27 gennaio del 2009 presenta a Parigi l’installazione Oggetti smarriti; negli stessi giorni al Théâtre de l’Odéon viene letto in francese il suo testo Radio clandestina. Il romanzo Lotta di Classe (Einaudi, 2009) chiude una parte importante del suo lavoro sul tema delle condizioni precarie di molti lavoratori.
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